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La sintassi delle lingue del mondo

secondo capitolo del testo "la sintassi delle lingue del mondo" di L. Mereu
Corso

Lessico e semantica (30102186)

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Anno accademico: 2019/2020
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Lessico semantica

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LA SINTASSI DELLE LINGUE DEL MONDO

CAPITOLO 2: LA SINTASSI (O L’ABC DELLA SINTASSI)

  1. INTRODUZIONE: la sintassi è il livello di analisi linguistica che si occupa dell’organizzazione della frase, cioè del modo in cui le parole si combinano dando luogo a una frase
  2. DEFINIZIONE E TIPOLOGIA DI FRASI: frase = insieme costituito da una predicazione e qualcosa di cui si predica, o un predicato e un soggetto; questi elementi possono assumere rispettivamente la forma di un verbo di modo finito e di uno nominale. Una frase è un insieme di senso compiuto, cioè un’espressione autonoma. Esistono diversi tipi di frase:
    • Frasi dichiarative “luca è uscito”
    • Frase interrogative di tipo sì/no o di tipo K o WH (K = frasi introdotte da un elemento interrogativo  “chi”, “che cosa”, “come”. WH = le corrispondenti in inglese) “hai finito i compiti?” “che cosa hai comprato Luigi?”
    • Frasi imperative “esci subito da qui”
    • Frasi esclamative “che bel giorno questo!”

Si può distinguere anche tra frasi affermative e negative o tra frasi attive e passive come: “la polizia ha arrestato Paolo” e “Paolo è stato arrestato dal poliziotto”

Si può distinguere tra frase semplice (un solo predicato) e frase complessa (più predicati). Le strutture predicative all’interno di una frase complessa possono essere in rapporto di:

  • Subordinazione (ipotassi)
  • Coordinazione (paratassi)

Le frasi subordinate possono assumere diverse forme di rapporto con la principale:

  • Possono essere argomento della principale, soggetto o oggetto  frasi completive chiamate  Soggettive “è fastidioso trovarsi in mezzo alla folla”  Oggettive “Paolo ha detto che ci raggiungerà nel pomeriggio”

La frase subordinata può essere anche una frase non richiesta dal verbo della principale, cioè una CIRCOSTANZIALE, che si limita ad aggiungere info di tipo temporale, causale o altro: “Paolo è uscito quando ha smesso di piovere”.

Ci sono subordinate che aggiungono info a un nominale cui si riferiscono e si tratta delle SUBORDINATE RELATIVE introdotte da “che” o da un pronome relativo come “il quale”: “la ragazza che ha le scarpe con i tacchi a spillo è Marianna”. Esistono anche RELATIVE LIBERE cioè non precedute da un nominale in quanto sono precedute da un sostantivo generico “la persona” o “la cosa” che non necessariamente viene espresso: “chi (/colui che) ruba è un ladro”.

Per quanto riguarda la FORMA le subordinate possono essere

  • Esplicite (con verbo in modo finito): “è fastidioso trovarsi in mezzo alla folla” “ho incontrato il portiere che/il quale mi ha dato le chiavi”
  • Implicite (con forme finite del verbo): “ho promesso a Paolo di raggiungerlo nel pomeriggio” “partita Anna, Lucia ha cominciato i compiti)
  1. COMPONENTI DI UNA FRASE: la frase è costituita da un soggetto e un predicato, in grammatica tradizionale sono funzioni grammaticali identificate in base a nozioni di tipo logico – semantico: il soggetto come entità che compie l’azione e il predicato come ciò che si predica del soggetto. Oltre a queste nella frase vengono identificate funzioni come quella di complemento oggetto ma queste funzioni non definiscono in modo univoco tutti i soggetti o i complementi da cui è composta una frase. Il soggetto non corrisponde sempre all’entità che compie l’azione “Paolo ha ricevuto una

lettera da Maria” e l’oggetto non è sempre l’entità che subisce l’azione “Paola soffre il freddo invernale”. La grammatica distingue una serie di COMPLEMENTI OBLIQUI (compl. Di termine, di argomento, di agente, di luogo, ecc.) e FUNZIONI CIRCOSTANZIALI o AVVERBIALI come l’elemento obliquo nella frase “Paola ha incontrato l’amica al cinema”; queste aggiungono info in più.

Ma ci sono alcuni aspetti che la grammatica tradizionale non coglie come le AMBIGUITÀ STRUTTURALI = casi in cui in una frase si possono identificare fra gli elementi tali da produrre interpretazioni semantiche diverse: “Luigi parla al cugino della moglie”. Questi elementi, difficili da identificare, possono essere segnalati attraverso delle proprietà relative alla forma degli elementi e alla loro distribuzione. Negli esempi c’è un sostantivo che può essere accompagnato da un articolo o da un dimostrativo o da aggettivi: Mario, la cucina, questo libro, la geografia economica, tutti elementi che possono fungere da soggetto o da oggetto. I nominali, indipendentemente dalla loro relazione col predicato, possono avere una struttura interna, cioè possono essere costituiti da gruppi di parole che formano una struttura che si chiama SINTAGMA NOMINALE (SN) che può essere rappresentato così: “il ragazzo studia la geografia economica”. Gli obliqui hanno la stessa struttura interna dei SN e sono introdotti da una preposizione, dunque sono dei sintagmi che possiamo chiamare PREPOSIZIONALI (SP): “Paolo ha regalato un libro a un’amica romana”.

Det: determinante, cioè l’articolo e gli altri elementi (dimostrativi o possessivi) che accompagnano i sostantivi. Una frase minima, contenente almeno un verbo e un SN può essere rappresentata così: la frase con soggetto e oggetto, come “Luca vede Maria” è costituita da un sintagma nominale seguito da un V e da un SN (ma non sono chiari i rapporti tra SN e V). Nella frase “Luca esce” il predicato può essere costituito da un verbo o da un V + SN “Luca ama Maria” o da un V + SN + SP “Luca scrive una cartolina a Maria” o da V + SP “Luca va a Parigi” o infine da un V + aggettivo “Luca è felice”.

Anche gli aggettivi possono avere materiale interno e dar via a SINTAGMI AGGETTIVALI (SA): “Luigi è interessato alla geografia” – “Paolo conosce il ragazzo appassionato di fotografia”. In queste frasi ci sono aggettivi che reggono dei SP e si trovano all’interno di SA.

(alberi sintattici – da approfondire) (...)

  1. BASI TEORICHE: tutto ciò che è stato illustrato fino ad ora si basa su una grammatica con approccio scientifico. Si tratta di una grammatica elaborata nella seconda metà del secolo scorso dal linguista N. Chomsky. Esso ipotizza che i principi e le regole contenuti nella grammatica corrispondano alle conoscenze che un parlante applica quando usa la propria lingua. In tal senso mira a costruire un modello di Grammatica Generativa, che tenga conto di tutte le frasi ben formate di una lingua secondo un sistema rigoroso ed efficiente  come quello che riguarda l’acquisizione linguistica che un bambino ha di produrre in tempi brevi frasi corrette dalla propria lingua. Oltre che innato il sistema è ipoteticamente universale (= sottostante a una qualsiasi lingua storico – naturale). La GU corrisponde a ciò che Chomsky chiama “dispositivo per l’acquisizione del linguaggio”. Il sistema grammaticale tiene conto di dati astratti come quelli caratterizzanti la “completezza” di un parlante
    • ascoltatore ideale che non sia affetto da lapsus, distrazioni o altri problemi connessi a enunciati prodotti nell’esecuzione linguistica.
  2. FENOMENI DELLA SINTASSI:
    • ORDINE SINTATTICO  uno dei primi fenomeni sintattici è l’ordine di F. gli alberi danno info sull’ordine attraverso i rapporti di precedenza fra i costituenti, quindi si ipotizza che l’ordine sintattico corrisponda all’ordine dei costituenti e non a quello delle parole che formano una F. quando si parla di ordine ci si riferisce alla sequenza tipica delle frasi dichiarative attive che determinano l’ordine di base. L’ordine sintattico in italiano corrisponde alla sequenza SVO, ma non tutte le lingue hanno questo tipo di ordine (es. giapponese = SOV, irlandese = VSO)
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CAPITOLO 2: LA SINTASSI (O LABC DELLA SINTASSI)
1. INTRODUZIONE: la sintassi è il livello di analisi linguistica che si occupa dell’organizzazione della
frase, cioè del modo in cui le parole si combinano dando luogo a una frase
2. DEFINIZIONE E TIPOLOGIA DI FRASI: frase = insieme costituito da una predicazione e qualcosa di cui
si predica, o un predicato e un soggetto; questi elementi possono assumere rispettivamente la
forma di un verbo di modo finito e di uno nominale. Una frase è un insieme di senso compiuto, cioè
un’espressione autonoma. Esistono diversi tipi di frase:
- Frasi dichiarative “luca è uscito”
- Frase interrogative di tipo sì/no o di tipo K o WH (K = frasi introdotte da un elemento
interrogativo “chi”, “che cosa”, “come. WH = le corrispondenti in inglese) “hai finito i
compiti?” “che cosa hai comprato Luigi?”
- Frasi imperative “esci subito da qui”
- Frasi esclamative “che bel giorno questo!”
Si può distinguere anche tra frasi affermative e negative o tra frasi attive e passive come: “la polizia ha
arrestato Paolo” e “Paolo è stato arrestato dal poliziotto”
Si può distinguere tra frase semplice (un solo predicato) e frase complessa (più predicati). Le strutture
predicative all’interno di una frase complessa possono essere in rapporto di:
- Subordinazione (ipotassi)
- Coordinazione (paratassi)
Le frasi subordinate possono assumere diverse forme di rapporto con la principale:
- Possono essere argomento della principale, soggetto o oggetto frasi completive chiamate
Soggettive “è fastidioso trovarsi in mezzo alla folla”
Oggettive “Paolo ha detto che ci raggiungerà nel pomeriggio”
La frase subordinata può essere anche una frase non richiesta dal verbo della principale, cioè una
CIRCOSTANZIALE, che si limita ad aggiungere info di tipo temporale, causale o altro: “Paolo è uscito quando
ha smesso di piovere”.
Ci sono subordinate che aggiungono info a un nominale cui si riferiscono e si tratta delle SUBORDINATE
RELATIVE introdotte da “che” o da un pronome relativo come “il quale”: “la ragazza che ha le scarpe con i
tacchi a spillo è Marianna”. Esistono anche RELATIVE LIBERE cioè non precedute da un nominale in quanto
sono precedute da un sostantivo generico “la persona” o “la cosa” che non necessariamente viene
espresso: “chi (/colui che) ruba è un ladro”.
Per quanto riguarda la FORMA le subordinate possono essere
- Esplicite (con verbo in modo finito): “è fastidioso trovarsi in mezzo alla folla” “ho incontrato il
portiere che/il quale mi ha dato le chiavi”
- Implicite (con forme finite del verbo): “ho promesso a Paolo di raggiungerlo nel pomeriggio”
“partita Anna, Lucia ha cominciato i compiti)
3. COMPONENTI DI UNA FRASE: la frase è costituita da un soggetto e un predicato, in grammatica
tradizionale sono funzioni grammaticali identificate in base a nozioni di tipo logico – semantico: il
soggetto come entità che compie l’azione e il predicato come ciò che si predica del soggetto. Oltre a
queste nella frase vengono identificate funzioni come quella di complemento oggetto ma queste
funzioni non definiscono in modo univoco tutti i soggetti o i complementi da cui è composta una
frase. Il soggetto non corrisponde sempre all’entità che compie l’azione “Paolo ha ricevuto una