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Lessico Semantica e Pragmatica

appunti lessico, semantica e pragmatica (Parte Piunno)
Corso

Lessico e semantica (30102186)

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Anno accademico: 2022/2023
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Università degli Studi Roma Tre

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Lessico, Semantica e Pragmatica

Professoressa Piunno

Definizione di Linguistica: E’ la disciplina scientifica che analizza il linguaggio

La linguistica ha due obiettivi principali:

  1. Capire quali sono le proprietà condivise dalle lingue
  2. Capire la natura del linguaggio in generale

Definizione di Morfologia: La Morfologia si occupa dello studio della struttura delle parole; quelli che sono i processi di formazione delle parole. Le unità di analisi della morfologia sono la parola (unità massima) e il morfema (unità minima). Il morfema è l’unità linguistica minima dotata di significato.

Definizione di Parola: Si definisce parola un’unità costituita almeno da un morfema, che viene costruita attorno a una base lessicale, che funzioni come entità autonoma della lingua, che rappresenti un segno linguistico compiuto (deve avere una forma e un significato). La parola è: -un’unità fonologica= combinazione di suoni -un’unità semantica= possiede un particolare significato -un’unità morfosintattica= possiede un particolare uso grammaticale

Definizione di criteri definitori ortografici: è una parola ogni elemento che in un testo scritto comprare tra due separatori (spazi, segni, interpuntivi). Ma applicabili solo a lingue che hanno una forma scritta, quindi a una minoranza delle lingue storico-naturali esistenti. Non sono sempre sufficienti a stabilire se si tratti realmente di più parole oppure di una parola unica. Esempio: pesce spada o camera oscura; luna di miele o sacco a pelo.

Definizione di criteri definitori fonologici: una parola è pronunciata con una sola emissione di voce e contiene un solo accento primario. Esempio: posizione fissa dell’accento, in lingue che prestano tale caratteristica. In una lingua con accento fisso sulla sillaba finale (es. francese), l’accento segnala la fine di una parola e l’inizio di un’altra. Ma il criterio è valido solo per lingue con accento fisso.

Definizione di criteri definitori morfologici: una data combinazione di morfemi è individuata come una parola sulla base del grado di coesione interna. Per valutare la coesione tra morfemi:

  1. Non interrompibilità della combinazione: una parola non può essere liberamente interrotta da materiale morfologico.
  2. Posizione fissa dei singoli morfemi: l’ordine dei morfemi non può essere modificato.
  3. Mobilità: una parola può assumere diverse posizioni all’interno di un enunciato.
  4. Enunciabilità in isolamento: una parola può costituire un enunciato da sola.

Struttura interna delle parole: Come possiamo identificare quale parte di una parola è significativa e il suo significato?

  1. Giornalaio
  2. Fioraio
  3. Benzinaio
  4. Orologiaio Ipotesi: dato che -aio ricorre in un certo numero di parole, potrebbe avere un significato. N di oggetto concreto più -aio= mestiere connesso con N. Come scomporre una parola? Esempio: aggettivo dentale Primo taglio: si mantiene fisso l’elemento a sinistra del taglio e si sostituisce l’elemento a destra con altri elementi. L’elemento fisso mantiene lo stesso significato. Esempio: dental-e; dental-i Secondo taglio: si mantiene fisso l’elemento a destra del taglio e si sostituisce l’elemento a sinistra con altri elementi della stessa lingua. L’elemento fisso mantiene lo stesso significato. Esempio: dental-e; gentil-e; feroc-e L’aggettivo dentale può essere scomposto in tre parti:
  5. Dent-, col significato organo della misticazione
  6. -al-, col significato (aggettivo) relativo a
  7. -e, col significato singolare (uno solo). Quindi la parola dentale è formata da tre morfemi.

Definizione di Morfema: Il Morfema è il più piccolo pezzi di significante che ha un significato proprio. Esso è qualcosa di astratto e il significato di una parola deriva dalla combinazione dei diversi significati dei singoli morfemi.

Definizione di Morfo: rappresenta il significante di un morfema, ossia la forma concreta che assume un morfema.

Definizione di Allomorfo: esso è una variante formale di un morfema. Ciascuna delle diverse forme che un morfema assume e che non determinano cambiamenti nel suo significato. Esempio di allomorfia nella radice= scuol-a, scola-aro, scol-astico Esempio di allomorfia nel morfema grammaticale: abil, ibis, ubi (mangiabile, leggibile, solubile)

Definizione di Suppletivismo: esso rappresenta la coesistenza di forme che non hanno nessuna similarità fonetica. Esempio= cavallo-equino, Chieti-teatino

Esistono due tipi di morfemi:

  1. Morfema Lessicale= essi hanno un contenuto lessicale, hanno un significato e sono una classe aperta, ovvero possono acquisire altri elementi.

  2. Composti neoclassici= classe di parole intermedie tra le parole derivate e quelle composte; sono formate da due radici lessicali ma uno o tutte e due non compaiono come una parola autonoma Esempio: Sociologia, socio: si comporta da prefisso. -logia: si comporta da suffisso I composti neoclassici possono essere tradotti come tanti prefissoidi e suffissoidi: Definizione di Prefissoidi e Suffissoidi: Essi sono forme legate dal punto di vista semantico e sono simili a parole piene. Funzionano come affissi, cioè come morfemi derivazionali, ma recano il significato dei morfemi lessicali preso dalle parole piene da cui sono tratti.

I composti neoclassici si possono tradurre infatti come tanti prefissoidi e suffissoidi: semi parole che si combinano tra di loro.

  1. Unità lessicali bimembri= sono l’unione di due parole che non avendo raggiunto la perfetta fusione fra di esse vengono scritte separate come “Nave-traghetto”.
  2. Lessicalizzazione di unità= sono sequenze di parole come “fare il bucato”, “essere al verde” che si comportano come se fossero una parola unica.
  3. Inizialismi= sono sigle o acronimi come “NATO” e si comportano come parole.
  4. Parole macedonia= sono l’unione con l’accorciamento che danno luogo a parole come “cantautore” cantante + autore, “ristobar” ristorante + bar.
  5. Conversione= è la formazione di parole senza aggiunta di affisso derivazione come “piacere” (verbo) “il piacere” (nome), “rosso” (aggettivo) “il rosso” (nome).

Categorie grammaticali che operano sui nominali: A. Genere= maschile e femminile B. Numero= singolare o plurale C. Caso= relazione tra la parola e la funzione sintattica che ricopre nelle frasi D. Definitezza= grado di precisione “Ieri ho visto Paolo” - “Ieri ho visto il ragazzo che aspettavo” - “Ieri ho visto un ragazzo" E. Possesso= codifica della relazione tra due entità ovvero, il possessore e il posseduto “il mio libro” F. Grado= aggettivi per esprimere il grado (comparativo/superlativo)

Categoria grammaticali che operano sui verbi: A. Modo= le modalità dei modi finiti del verbo, se voglio esprimere certezza uso l’indicativo, se voglio supporre qualcosa uso il condizionale. B. Tempo= passato, presente e futuro che ci aiutano a collocare sul piano temporale le nostre frasi. C. Aspetto= la maniera in cui l’azione o l’evento sono presentati in relazione al loro svolgimento: l’azione vista come compiuta vs l’azione vista come in svolgimento D. Diatesi= rappresenta il rapporto tra partecipanti e soggetto che può essere attiva (il vigile ha multato il guidatore) o passiva (il guidatore è stato multato dal vigile. E. Persona= collega la forma verbale al suo soggetto “(lui) gioca”.

Le parti del discorso:

  1. Morfologico= marche che assumono in una lingua (gatto, libro= plurale -i)
  2. Le forme variano al variare della classe lessicale (nomi, verbi)
  3. Sintattico= il modo in cui le parole si dispongono tra loro. Ha a che fare con le funzioni sintattiche delle parole all’interno della frase.
  4. Semantico= nomi=entità, verbi= azioni.

Parole Piene vs Parole Vuote: Parole Piene= hanno un contenuto lessicale, esprimono concetti, e hanno autonomia predicativa (nomi, verbi) Parole Vuote= hanno un numero fisso di elementi (preposizioni, congiunzioni, pronomi)

Le classi di parole si dividono in:

  1. Primarie= servono alle funzioni comunicative (nomi ci aiutano a chiamare le cose, i verbi a esprimere le azioni)
  2. Accessorie= sono le informazioni relative alla quantificazione (pronomi, numerali, connettivi)

I tipi di nomi: A. Nomi puri= disegnano un’entità concreta (gatto, sedia, tavolo) B. Nomi di processo= descrivono degli eventi dell’arco di tempo (viaggio, presa) C. Nomi leggeri= non hanno una rappresentazione disegnativa e possono essere: approssimatori (una specie di, una sorta di), quantificatori (ci danno un’informazione legata alla quantità) e di supporto (un chicco di grano, un colpo di tosse)

I nomi possono essere anche: A. Numerabili= possono essere contati o avere un quantificatore (poco, tanto) B. Nomi di massa= non hanno il plurale (latte, farina) C. Nomi collettivi= fanno riferimento a un insieme di individui (gregge, folla)

La nominalizzazione: La nominalizzazione è un’operazione che converte in nomi un predicato verbale o un aggettivo, ovvero entità che non lo sono, e fornisce i mezzi per disegnare referenti quando non solo disponibili.

Il lessico comprende i lessemi (unità linguistiche astratte), e comprende l’insieme dei vocaboli in una lingua e l’insieme dei vocaboli potenziali. La lessicologia è lo studio del lessico e studia i lessemi e il rapporto fra di essi. La lessicografia invece, si occupa della progettazione dei dizionari.

Competenze lessicali:

  1. Nomi (macchina da scrivere, letto a castello, scala mobile)

La catena è una serie di coesivi che possono avere uno stesso punto di attacco. Esempio: Luigi è un uomo molto bravo. Prepara degli ottimi piatti. Lui e Gianni hanno aperto un ristorante. Capo-catena: Luigi Anello 1: soggetto sottinteso Anello 2: lui

Tipi di coesivi: A. Morfologico= coesivi grammaticali B. Lessicale (sintagmi pieni) C. Tra lessico e sintassi (connettivi, ellissi, e pro-forme)

Sintagmi pieni: ripetizioni di un costituente (capo-catena) A. Copia B. Sinonimi C. Parole generiche che possono sostituire una classe di termini

Ellissi: Coesivi ellittici= vengono ripresi senza adoperarsi di nuovo Esempio: Carlo arriva domani e ci porta le notizie

Definizione di Collettivi: essi collegano porzioni di testo attribuendo coesione. Sono connettivi le congiunzioni e avverbi.

Definizione di Coerenza: essa ci permette di dare una continuità nel testo anche sul piano tematico. Un testo è coerente quando richiama un pacchetto di informazioni già magazzinate e condivise.

Definizione di Frames: il significato delle parole non deve essere analizzato in modo atomistico, ma guardando alla struttura in cui le parole si inseriscono.

Definizione di Frame: ovvero la cornice, permette di collegare tra loro le frasi e di riempire le lacune di informazioni. Esempio: Francesca è invitata alla festa di Pietro. Gli porta un aquilone. Nella frase non si fa riferimento ad alcun compleanno. Frame relativo alle feste di compleanno.

Cos’è il significato

  1. Approccio cognitivista: Il significato è il concetto al quale un’espressine linguistica è legata alla nostra mente
  2. Approccio referenzialisfta: il significato emerge dalla relazione tra le espressioni linguistiche e la realtà extralinguistica
  3. Approccio strutturalista: il significato è l’entità linguistica che si crea ogni volta che la mente dà forma ad un pensiero

Cos’è la semantica

  • Semantica referenziale= relazione diretta tra linguaggio e referente

  • Semantica strutturale= referente irrilevante e pensiero non esiste come entità autonoma

  • Semantica cognitiva= il pensiero è intermediario

  • Semantica esperenziale= molti aspetti della semantica delle lingue sono motivati da schemi preconcettuali. La rappresentazione mentale e l’espressione linguistica di un concetto astratto si basano su un concetto concreto che deriva dall’esperienza senso motoria. Esempio: conoscenza= può essere rappresentata metaforicamente in termini visivi, come “non vedo il problema”, “la questione è chiara”

Significato e senso nella semantica linguistica Significato= contenuto di un segno linguistico nella langue Senso= contenuto di un segno in uno specifico in uno specifico atto di parole Esempio: “Ci sono due finestre aperte” puo essere vista in 3 modi diversi

  1. constatazione che ci sono due finestre aperte
  2. Che c’è abbastanza aria perché si possa fumare senza infastidire gli altri
  3. Fa freddo La stessa frase può assumere sensi diversi.

Accezioni e Polisemia: Accezioni= una parola può avere un significato articolato in più accezioni o in famiglie di sensi Polisemia= proprietà di una parola di avere più di un significato Esempio: aprire-> “Ho aperto la porta” = schiudere, “Ho aperto la bottiglia” = stappare

Indeterminatezza semantica o la vaghezza: Il significato non è fisso e si organizza in diversi modi per nuovi sensi

Estensione e Intenzione: Estensione= l’insieme delle entità cui è applicabile un’espressione Intenzione= insieme delle proprietà che individuano quell’entità Esempio: gatto-> estensione intende l’insieme di gatti, intenzione si intende felino e domestico

Significato denotativo e connotativo: Denotativo= E’ oggettivo contenuto che un segno esprime o descrive in maniera neutra Connotativo= E’ soggettivo, è variabile e contenuti non oggettivi che un segno trasmette, insieme dei valori affettivi e simbolici che un segno può evocare Esempio: Madre vs Mammina, denotativo-> genitori di sesso femminile, connotativo-> si intende l’insieme dei contenuti affettivi associati alla mamma. Due parole possono avere uguale significato denotativo ma diverso significato connotativo, vi sono due tipi di connotazione: -significato emotivo, affettivo, evocativo= connotazioni affettive associate alla parola -significato espressivo o stilistico= riguarda il carattere marcato di una parola sul piano stilistico, esempio: Cavallo vs Destriero.

Nei rapporti semantici paradigmatici abbiamo: Sinonimia= relazione che si instaura tra lessemi con lo stesso significato Esempio: comprare e acquistare

A loro volta la sinonimia può avere un significato denotativo o connotativo: Esempio: padre/papà. Gatto/micio Sinonimiche come denotazione, ma non come significato connotativo

Opposizione= si hanno quando il significato di un lessema è contrario a quello di un altro, e si dividono in:

  • Antonimi: due lessemi che indicano gli estremi di una scala che prevede gradi intermedi Esempio-> alto/basso, giovane/vecchio, ricco/povero
  • Complementari: due lessemi che sono l’uno la negazione dell’altro, senza gradazioni intermedie Esempio-> vivo/morto, vero/falso, /aperto/chiuso
  • Inversi: relazioni tra lessemi che esprimono la stessa nozione da prospettivo opposte, due partecipanti ad uno stesso evento con punti di vista diversi Esempio-> marito/moglie, dare/ricevere, sopra/sotto

Relazioni gerarchiche= distinzione tra un lessema di un significato più generale (iperonimo) e uno o più lessemi di significato più specifico (iponimi) Gli iponimi di uno stesso iperonimo sono chiamati co-iponimi Esempio: animale è iperonimo vs gatto che è iponimo e tra di loro sono co-iponimi

Relazioni di meronimia= è una relazione parte-tutto che riguarda il rapporto tra un lessema che denota una parte e un lessema che denota il tutto corrispondete Esempio: dito/mano, testa/copro

Nei rapporti sintagmatici abbiamo: Collocazione= combinazioni di parole che si trovano regolarmente vicine sull’asse sintagmatico o che tendono a concorrere spesso Esempio: biondo-capelli, battente-pioggia Restrizioni di selezione= proprietà semantiche che un lessema deve avere per potersi combinare in modo appropriato con altri Esempio: Paolo beve la pizza -> bere richiede un oggetto liquido

Analisi Componenziale: La semantica componenziale ai basa sull’idea che il significato possa essere analizzato scomponendolo in unità più piccole chiamate “tratti” o “componenti”. Esempio: Uomo -> (umano + adulto + maschio)

Marcatori= tratti che un lessema ha in comune con molti altri Differenziatori= esprimono una parte di significato che è specifica di un lessema

Binarismo: I tratti visti finora sono tratti binari, ovvero ammettono solo valore positivo o negativo. Esempio: uomo e donna -> distinti per il tratto (maschio) l’uomo presenta questo tratto mentre la donna no Perche non si usa il tratto femmina? Perché si pensa che il tratto non marcato tra i due lessemi sia maschio

Marcatezza: Forme non marcate che hanno un significato più ambio di quelli marcati e possono funzionare da iperonimi per il loro corrispettivo marcato. Esempio: “uomo” può indicare anche esseri umani femminili, mentre “donna” può indicare solo quelli di sesso femminile.

Quando c’è subordinazione la frase è subordinata alla principale, quando c’è coordinazione c’è una congiunzione tra frasi libere. Esempio in rapporto di subordinazione: “il gatto insegue il topo che scappa” Esempio in rapporto di coordinazione: “Né voglio più vederti né intendo più sentirti”

Frasi completive o complemento: possono essere oggettive o soggettive e oblique Esempio frase completiva soggettiva: “E’ fastidioso trovarsi in mezzo alla folla” E’ fastidioso= non ha il soggetto Trovarsi in mezzo alla folla= è il soggetto di “è fastidioso” Esempio frase completiva oggettiva: “Paolo ha detto che ci raggiunge nel pomeriggio. Che ci raggiunge nel pomeriggio= fa da oggetto alla proposizione principale Esempio frase completiva obliqua esplicita: “Mi rendo conto che ho sbagliato” (Introdotte da che, quando, come, quanto, se) Esempio frase completiva obliqua implicita: “Mi scuso di essere stato scortese” (Introdotte da di + infinito, a + infinito) In generale, nelle frasi oblique, il nominale è introdotto da una proposizione.

Il verbo ha delle forme finite e infinite: Forma infinita= “dire” Forma finita= “ho detto che vengo”

Sintagma nominale (SN): Nome singolo proprio, articoli, nomi, aggettivi. Sintagma preposizionale (SP): sintagmi introdotto dalle preposizioni.

La semantica si divide in:

  1. Semantica Lessicale
  2. Semantica Frasale

Definizione di Verbo: Il verbo è l’elemento centrale della frase poiché richiede un certo numero di elementi che costituiscono i partecipanti all’evento che esso esprime. Esempio: “Luca esce” è un enunciato. L’enunciato sta per qualsiasi messaggio dotato di senso compiuto.

Quali sono le caratteristiche principali che ci permettono di definire cos’è un soggetto o un oggetto? Il soggetto è il costituente con cui il verbo si accorda. L’oggetto è il costituente nominale che npn ci accorda e occupa la posizione post- verbale. Quindi le funzione semantiche di un costituente sono: la persona o l’entità che compie l’azione, che chiameremo Agente, o la persona o l’entità che subisce l’azione che chiameremo Paziente.

Definizione di Valenza: Tsniere usa la valenza pee tener conto della relazione tra il verbo e i partecipanti dell’azione del verbo, quindi riguarda solo la sintassi. Chomsky, invece, usa il termine struttura argomentale e quindi riguarda la relazione tra sintassi e lessico.

Tsniere vede il verbo come un nodo che esprime un piccolo dramma. Processo + partecipanti (attori + attanti) Gli attanti sono le entità che partecipano al processo.

Verbi Zerovalenti: nessun attante Esempio= “Piove” Verbi Monovalenti: 1 attante Esempio= “Paolo cammina” Verbi Bivalenti: 2 attanti Esempio= “Il ragazzo legge il libro” Verbi trivalenti: 3 attanti Esempio= “Luca ha offerto il caffè all’amica” Verbi tetravalenti: 4 attanti Esempio= “Luigi ha tradotto la versione dal greco al latino”

Definizione di Lessico: Insieme degli elementi che in un sistema linguistico danno significati. Di che natura è l’informazione lesbica e dove si trova? Si tratta di informazione che specifica per ogni parola la categoria lessicale o parte del discorso cui appartiene e il materiale sintattico con cui singole voci lessicali sono in relazione.

Definizione di Componente lessicale: un insieme di entrate lessicali (EL) Esempio:” Paolo parte” Vediamo le sue EL costituite da “Paolo” e “parte”.

Distinzione tra Verbo predicativi e Verbi non predicativi: Verbi predicativi= sono verbi che hanno più significati, il loro significato è incompleto e viene riempito in modo diverso dagli elementi con cui formano la frase. Questo rimanda al concetto di contestualità del significato. Verbi non predicativi= sono quelli della grammatica tradizionale, ovvero i predicati nominali.

Distinzione tra Argomento e ciò che non è Argomento (Aggiunto) : Aggiunto= elemento facoltativo che modifica il significato del verbo. Argomento= elemento obbligatorio che completa il significato del verbo.

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Professoressa Piunno!
Definizione di Linguistica: E’ la disciplina scientifica che analizza il linguaggio !
La linguistica ha due obiettivi principali:!
1) Capire quali sono le proprietà condivise dalle lingue !
2) Capire la natura del linguaggio in generale !
Definizione di Morfologia: La Morfologia si occupa dello studio della struttura delle
parole; quelli che sono i processi di formazione delle parole. Le unità di analisi
della morfologia sono la parola (unità massima) e il morfema (unità minima). Il
morfema è l’unità linguistica minima dotata di significato. !
Definizione di Parola: Si definisce parola un’unità costituita almeno da un morfema,
che viene costruita attorno a una base lessicale, che funzioni come entità
autonoma della lingua, che rappresenti un segno linguistico compiuto (deve avere
una forma e un significato).!
La parola è:"
-un’unità fonologica= combinazione di suoni!
-un’unità semantica= possiede un particolare significato !
-un’unità morfosintattica= possiede un particolare uso grammaticale !
Definizione di criteri definitori ortografici: è una parola ogni elemento che in un
testo scritto comprare tra due separatori (spazi, segni, interpuntivi). Ma applicabili
solo a lingue che hanno una forma scritta, quindi a una minoranza delle lingue
storico-naturali esistenti. Non sono sempre sucienti a stabilire se si tratti
realmente di più parole oppure di una parola unica. !
Esempio: pesce spada o camera oscura; luna di miele o sacco a pelo. !
Definizione di criteri definitori fonologici: una parola è pronunciata con una sola
emissione di voce e contiene un solo accento primario. !
Esempio: posizione fissa dell’accento, in lingue che prestano tale caratteristica. In
una lingua con accento fisso sulla sillaba finale (es. francese), l’accento segnala la
fine di una parola e l’inizio di un’altra. Ma il criterio è valido solo per lingue con
accento fisso. !
Definizione di criteri definitori morfologici: una data combinazione di morfemi è
individuata come una parola sulla base del grado di coesione interna. Per valutare
la coesione tra morfemi: !
1. Non interrompibilità della combinazione: una parola non può essere
liberamente interrotta da materiale morfologico. !
2. Posizione fissa dei singoli morfemi: l’ordine dei morfemi non può essere
modificato.!
3. Mobilità: una parola può assumere diverse posizioni all’interno di un enunciato. !
4. Enunciabilità in isolamento: una parola può costituire un enunciato da sola. !