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Lessico Semantica e Pragmatica
Lessico e semantica (30102186)
Università degli Studi Roma Tre
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Lessico, Semantica e Pragmatica
Professoressa Piunno
Definizione di Linguistica: E’ la disciplina scientifica che analizza il linguaggio
La linguistica ha due obiettivi principali:
- Capire quali sono le proprietà condivise dalle lingue
- Capire la natura del linguaggio in generale
Definizione di Morfologia: La Morfologia si occupa dello studio della struttura delle parole; quelli che sono i processi di formazione delle parole. Le unità di analisi della morfologia sono la parola (unità massima) e il morfema (unità minima). Il morfema è l’unità linguistica minima dotata di significato.
Definizione di Parola: Si definisce parola un’unità costituita almeno da un morfema, che viene costruita attorno a una base lessicale, che funzioni come entità autonoma della lingua, che rappresenti un segno linguistico compiuto (deve avere una forma e un significato). La parola è: -un’unità fonologica= combinazione di suoni -un’unità semantica= possiede un particolare significato -un’unità morfosintattica= possiede un particolare uso grammaticale
Definizione di criteri definitori ortografici: è una parola ogni elemento che in un testo scritto comprare tra due separatori (spazi, segni, interpuntivi). Ma applicabili solo a lingue che hanno una forma scritta, quindi a una minoranza delle lingue storico-naturali esistenti. Non sono sempre sufficienti a stabilire se si tratti realmente di più parole oppure di una parola unica. Esempio: pesce spada o camera oscura; luna di miele o sacco a pelo.
Definizione di criteri definitori fonologici: una parola è pronunciata con una sola emissione di voce e contiene un solo accento primario. Esempio: posizione fissa dell’accento, in lingue che prestano tale caratteristica. In una lingua con accento fisso sulla sillaba finale (es. francese), l’accento segnala la fine di una parola e l’inizio di un’altra. Ma il criterio è valido solo per lingue con accento fisso.
Definizione di criteri definitori morfologici: una data combinazione di morfemi è individuata come una parola sulla base del grado di coesione interna. Per valutare la coesione tra morfemi:
- Non interrompibilità della combinazione: una parola non può essere liberamente interrotta da materiale morfologico.
- Posizione fissa dei singoli morfemi: l’ordine dei morfemi non può essere modificato.
- Mobilità: una parola può assumere diverse posizioni all’interno di un enunciato.
- Enunciabilità in isolamento: una parola può costituire un enunciato da sola.
Struttura interna delle parole: Come possiamo identificare quale parte di una parola è significativa e il suo significato?
- Giornalaio
- Fioraio
- Benzinaio
- Orologiaio Ipotesi: dato che -aio ricorre in un certo numero di parole, potrebbe avere un significato. N di oggetto concreto più -aio= mestiere connesso con N. Come scomporre una parola? Esempio: aggettivo dentale Primo taglio: si mantiene fisso l’elemento a sinistra del taglio e si sostituisce l’elemento a destra con altri elementi. L’elemento fisso mantiene lo stesso significato. Esempio: dental-e; dental-i Secondo taglio: si mantiene fisso l’elemento a destra del taglio e si sostituisce l’elemento a sinistra con altri elementi della stessa lingua. L’elemento fisso mantiene lo stesso significato. Esempio: dental-e; gentil-e; feroc-e L’aggettivo dentale può essere scomposto in tre parti:
- Dent-, col significato organo della misticazione
- -al-, col significato (aggettivo) relativo a
- -e, col significato singolare (uno solo). Quindi la parola dentale è formata da tre morfemi.
Definizione di Morfema: Il Morfema è il più piccolo pezzi di significante che ha un significato proprio. Esso è qualcosa di astratto e il significato di una parola deriva dalla combinazione dei diversi significati dei singoli morfemi.
Definizione di Morfo: rappresenta il significante di un morfema, ossia la forma concreta che assume un morfema.
Definizione di Allomorfo: esso è una variante formale di un morfema. Ciascuna delle diverse forme che un morfema assume e che non determinano cambiamenti nel suo significato. Esempio di allomorfia nella radice= scuol-a, scola-aro, scol-astico Esempio di allomorfia nel morfema grammaticale: abil, ibis, ubi (mangiabile, leggibile, solubile)
Definizione di Suppletivismo: esso rappresenta la coesistenza di forme che non hanno nessuna similarità fonetica. Esempio= cavallo-equino, Chieti-teatino
Esistono due tipi di morfemi:
Morfema Lessicale= essi hanno un contenuto lessicale, hanno un significato e sono una classe aperta, ovvero possono acquisire altri elementi.
Composti neoclassici= classe di parole intermedie tra le parole derivate e quelle composte; sono formate da due radici lessicali ma uno o tutte e due non compaiono come una parola autonoma Esempio: Sociologia, socio: si comporta da prefisso. -logia: si comporta da suffisso I composti neoclassici possono essere tradotti come tanti prefissoidi e suffissoidi: Definizione di Prefissoidi e Suffissoidi: Essi sono forme legate dal punto di vista semantico e sono simili a parole piene. Funzionano come affissi, cioè come morfemi derivazionali, ma recano il significato dei morfemi lessicali preso dalle parole piene da cui sono tratti.
I composti neoclassici si possono tradurre infatti come tanti prefissoidi e suffissoidi: semi parole che si combinano tra di loro.
- Unità lessicali bimembri= sono l’unione di due parole che non avendo raggiunto la perfetta fusione fra di esse vengono scritte separate come “Nave-traghetto”.
- Lessicalizzazione di unità= sono sequenze di parole come “fare il bucato”, “essere al verde” che si comportano come se fossero una parola unica.
- Inizialismi= sono sigle o acronimi come “NATO” e si comportano come parole.
- Parole macedonia= sono l’unione con l’accorciamento che danno luogo a parole come “cantautore” cantante + autore, “ristobar” ristorante + bar.
- Conversione= è la formazione di parole senza aggiunta di affisso derivazione come “piacere” (verbo) “il piacere” (nome), “rosso” (aggettivo) “il rosso” (nome).
Categorie grammaticali che operano sui nominali: A. Genere= maschile e femminile B. Numero= singolare o plurale C. Caso= relazione tra la parola e la funzione sintattica che ricopre nelle frasi D. Definitezza= grado di precisione “Ieri ho visto Paolo” - “Ieri ho visto il ragazzo che aspettavo” - “Ieri ho visto un ragazzo" E. Possesso= codifica della relazione tra due entità ovvero, il possessore e il posseduto “il mio libro” F. Grado= aggettivi per esprimere il grado (comparativo/superlativo)
Categoria grammaticali che operano sui verbi: A. Modo= le modalità dei modi finiti del verbo, se voglio esprimere certezza uso l’indicativo, se voglio supporre qualcosa uso il condizionale. B. Tempo= passato, presente e futuro che ci aiutano a collocare sul piano temporale le nostre frasi. C. Aspetto= la maniera in cui l’azione o l’evento sono presentati in relazione al loro svolgimento: l’azione vista come compiuta vs l’azione vista come in svolgimento D. Diatesi= rappresenta il rapporto tra partecipanti e soggetto che può essere attiva (il vigile ha multato il guidatore) o passiva (il guidatore è stato multato dal vigile. E. Persona= collega la forma verbale al suo soggetto “(lui) gioca”.
Le parti del discorso:
- Morfologico= marche che assumono in una lingua (gatto, libro= plurale -i)
- Le forme variano al variare della classe lessicale (nomi, verbi)
- Sintattico= il modo in cui le parole si dispongono tra loro. Ha a che fare con le funzioni sintattiche delle parole all’interno della frase.
- Semantico= nomi=entità, verbi= azioni.
Parole Piene vs Parole Vuote: Parole Piene= hanno un contenuto lessicale, esprimono concetti, e hanno autonomia predicativa (nomi, verbi) Parole Vuote= hanno un numero fisso di elementi (preposizioni, congiunzioni, pronomi)
Le classi di parole si dividono in:
- Primarie= servono alle funzioni comunicative (nomi ci aiutano a chiamare le cose, i verbi a esprimere le azioni)
- Accessorie= sono le informazioni relative alla quantificazione (pronomi, numerali, connettivi)
I tipi di nomi: A. Nomi puri= disegnano un’entità concreta (gatto, sedia, tavolo) B. Nomi di processo= descrivono degli eventi dell’arco di tempo (viaggio, presa) C. Nomi leggeri= non hanno una rappresentazione disegnativa e possono essere: approssimatori (una specie di, una sorta di), quantificatori (ci danno un’informazione legata alla quantità) e di supporto (un chicco di grano, un colpo di tosse)
I nomi possono essere anche: A. Numerabili= possono essere contati o avere un quantificatore (poco, tanto) B. Nomi di massa= non hanno il plurale (latte, farina) C. Nomi collettivi= fanno riferimento a un insieme di individui (gregge, folla)
La nominalizzazione: La nominalizzazione è un’operazione che converte in nomi un predicato verbale o un aggettivo, ovvero entità che non lo sono, e fornisce i mezzi per disegnare referenti quando non solo disponibili.
Il lessico comprende i lessemi (unità linguistiche astratte), e comprende l’insieme dei vocaboli in una lingua e l’insieme dei vocaboli potenziali. La lessicologia è lo studio del lessico e studia i lessemi e il rapporto fra di essi. La lessicografia invece, si occupa della progettazione dei dizionari.
Competenze lessicali:
- Nomi (macchina da scrivere, letto a castello, scala mobile)
La catena è una serie di coesivi che possono avere uno stesso punto di attacco. Esempio: Luigi è un uomo molto bravo. Prepara degli ottimi piatti. Lui e Gianni hanno aperto un ristorante. Capo-catena: Luigi Anello 1: soggetto sottinteso Anello 2: lui
Tipi di coesivi: A. Morfologico= coesivi grammaticali B. Lessicale (sintagmi pieni) C. Tra lessico e sintassi (connettivi, ellissi, e pro-forme)
Sintagmi pieni: ripetizioni di un costituente (capo-catena) A. Copia B. Sinonimi C. Parole generiche che possono sostituire una classe di termini
Ellissi: Coesivi ellittici= vengono ripresi senza adoperarsi di nuovo Esempio: Carlo arriva domani e ci porta le notizie
Definizione di Collettivi: essi collegano porzioni di testo attribuendo coesione. Sono connettivi le congiunzioni e avverbi.
Definizione di Coerenza: essa ci permette di dare una continuità nel testo anche sul piano tematico. Un testo è coerente quando richiama un pacchetto di informazioni già magazzinate e condivise.
Definizione di Frames: il significato delle parole non deve essere analizzato in modo atomistico, ma guardando alla struttura in cui le parole si inseriscono.
Definizione di Frame: ovvero la cornice, permette di collegare tra loro le frasi e di riempire le lacune di informazioni. Esempio: Francesca è invitata alla festa di Pietro. Gli porta un aquilone. Nella frase non si fa riferimento ad alcun compleanno. Frame relativo alle feste di compleanno.
Cos’è il significato
- Approccio cognitivista: Il significato è il concetto al quale un’espressine linguistica è legata alla nostra mente
- Approccio referenzialisfta: il significato emerge dalla relazione tra le espressioni linguistiche e la realtà extralinguistica
- Approccio strutturalista: il significato è l’entità linguistica che si crea ogni volta che la mente dà forma ad un pensiero
Cos’è la semantica
Semantica referenziale= relazione diretta tra linguaggio e referente
Semantica strutturale= referente irrilevante e pensiero non esiste come entità autonoma
Semantica cognitiva= il pensiero è intermediario
Semantica esperenziale= molti aspetti della semantica delle lingue sono motivati da schemi preconcettuali. La rappresentazione mentale e l’espressione linguistica di un concetto astratto si basano su un concetto concreto che deriva dall’esperienza senso motoria. Esempio: conoscenza= può essere rappresentata metaforicamente in termini visivi, come “non vedo il problema”, “la questione è chiara”
Significato e senso nella semantica linguistica Significato= contenuto di un segno linguistico nella langue Senso= contenuto di un segno in uno specifico in uno specifico atto di parole Esempio: “Ci sono due finestre aperte” puo essere vista in 3 modi diversi
- constatazione che ci sono due finestre aperte
- Che c’è abbastanza aria perché si possa fumare senza infastidire gli altri
- Fa freddo La stessa frase può assumere sensi diversi.
Accezioni e Polisemia: Accezioni= una parola può avere un significato articolato in più accezioni o in famiglie di sensi Polisemia= proprietà di una parola di avere più di un significato Esempio: aprire-> “Ho aperto la porta” = schiudere, “Ho aperto la bottiglia” = stappare
Indeterminatezza semantica o la vaghezza: Il significato non è fisso e si organizza in diversi modi per nuovi sensi
Estensione e Intenzione: Estensione= l’insieme delle entità cui è applicabile un’espressione Intenzione= insieme delle proprietà che individuano quell’entità Esempio: gatto-> estensione intende l’insieme di gatti, intenzione si intende felino e domestico
Significato denotativo e connotativo: Denotativo= E’ oggettivo contenuto che un segno esprime o descrive in maniera neutra Connotativo= E’ soggettivo, è variabile e contenuti non oggettivi che un segno trasmette, insieme dei valori affettivi e simbolici che un segno può evocare Esempio: Madre vs Mammina, denotativo-> genitori di sesso femminile, connotativo-> si intende l’insieme dei contenuti affettivi associati alla mamma. Due parole possono avere uguale significato denotativo ma diverso significato connotativo, vi sono due tipi di connotazione: -significato emotivo, affettivo, evocativo= connotazioni affettive associate alla parola -significato espressivo o stilistico= riguarda il carattere marcato di una parola sul piano stilistico, esempio: Cavallo vs Destriero.
Nei rapporti semantici paradigmatici abbiamo: Sinonimia= relazione che si instaura tra lessemi con lo stesso significato Esempio: comprare e acquistare
A loro volta la sinonimia può avere un significato denotativo o connotativo: Esempio: padre/papà. Gatto/micio Sinonimiche come denotazione, ma non come significato connotativo
Opposizione= si hanno quando il significato di un lessema è contrario a quello di un altro, e si dividono in:
- Antonimi: due lessemi che indicano gli estremi di una scala che prevede gradi intermedi Esempio-> alto/basso, giovane/vecchio, ricco/povero
- Complementari: due lessemi che sono l’uno la negazione dell’altro, senza gradazioni intermedie Esempio-> vivo/morto, vero/falso, /aperto/chiuso
- Inversi: relazioni tra lessemi che esprimono la stessa nozione da prospettivo opposte, due partecipanti ad uno stesso evento con punti di vista diversi Esempio-> marito/moglie, dare/ricevere, sopra/sotto
Relazioni gerarchiche= distinzione tra un lessema di un significato più generale (iperonimo) e uno o più lessemi di significato più specifico (iponimi) Gli iponimi di uno stesso iperonimo sono chiamati co-iponimi Esempio: animale è iperonimo vs gatto che è iponimo e tra di loro sono co-iponimi
Relazioni di meronimia= è una relazione parte-tutto che riguarda il rapporto tra un lessema che denota una parte e un lessema che denota il tutto corrispondete Esempio: dito/mano, testa/copro
Nei rapporti sintagmatici abbiamo: Collocazione= combinazioni di parole che si trovano regolarmente vicine sull’asse sintagmatico o che tendono a concorrere spesso Esempio: biondo-capelli, battente-pioggia Restrizioni di selezione= proprietà semantiche che un lessema deve avere per potersi combinare in modo appropriato con altri Esempio: Paolo beve la pizza -> bere richiede un oggetto liquido
Analisi Componenziale: La semantica componenziale ai basa sull’idea che il significato possa essere analizzato scomponendolo in unità più piccole chiamate “tratti” o “componenti”. Esempio: Uomo -> (umano + adulto + maschio)
Marcatori= tratti che un lessema ha in comune con molti altri Differenziatori= esprimono una parte di significato che è specifica di un lessema
Binarismo: I tratti visti finora sono tratti binari, ovvero ammettono solo valore positivo o negativo. Esempio: uomo e donna -> distinti per il tratto (maschio) l’uomo presenta questo tratto mentre la donna no Perche non si usa il tratto femmina? Perché si pensa che il tratto non marcato tra i due lessemi sia maschio
Marcatezza: Forme non marcate che hanno un significato più ambio di quelli marcati e possono funzionare da iperonimi per il loro corrispettivo marcato. Esempio: “uomo” può indicare anche esseri umani femminili, mentre “donna” può indicare solo quelli di sesso femminile.
Quando c’è subordinazione la frase è subordinata alla principale, quando c’è coordinazione c’è una congiunzione tra frasi libere. Esempio in rapporto di subordinazione: “il gatto insegue il topo che scappa” Esempio in rapporto di coordinazione: “Né voglio più vederti né intendo più sentirti”
Frasi completive o complemento: possono essere oggettive o soggettive e oblique Esempio frase completiva soggettiva: “E’ fastidioso trovarsi in mezzo alla folla” E’ fastidioso= non ha il soggetto Trovarsi in mezzo alla folla= è il soggetto di “è fastidioso” Esempio frase completiva oggettiva: “Paolo ha detto che ci raggiunge nel pomeriggio. Che ci raggiunge nel pomeriggio= fa da oggetto alla proposizione principale Esempio frase completiva obliqua esplicita: “Mi rendo conto che ho sbagliato” (Introdotte da che, quando, come, quanto, se) Esempio frase completiva obliqua implicita: “Mi scuso di essere stato scortese” (Introdotte da di + infinito, a + infinito) In generale, nelle frasi oblique, il nominale è introdotto da una proposizione.
Il verbo ha delle forme finite e infinite: Forma infinita= “dire” Forma finita= “ho detto che vengo”
Sintagma nominale (SN): Nome singolo proprio, articoli, nomi, aggettivi. Sintagma preposizionale (SP): sintagmi introdotto dalle preposizioni.
La semantica si divide in:
- Semantica Lessicale
- Semantica Frasale
Definizione di Verbo: Il verbo è l’elemento centrale della frase poiché richiede un certo numero di elementi che costituiscono i partecipanti all’evento che esso esprime. Esempio: “Luca esce” è un enunciato. L’enunciato sta per qualsiasi messaggio dotato di senso compiuto.
Quali sono le caratteristiche principali che ci permettono di definire cos’è un soggetto o un oggetto? Il soggetto è il costituente con cui il verbo si accorda. L’oggetto è il costituente nominale che npn ci accorda e occupa la posizione post- verbale. Quindi le funzione semantiche di un costituente sono: la persona o l’entità che compie l’azione, che chiameremo Agente, o la persona o l’entità che subisce l’azione che chiameremo Paziente.
Definizione di Valenza: Tsniere usa la valenza pee tener conto della relazione tra il verbo e i partecipanti dell’azione del verbo, quindi riguarda solo la sintassi. Chomsky, invece, usa il termine struttura argomentale e quindi riguarda la relazione tra sintassi e lessico.
Tsniere vede il verbo come un nodo che esprime un piccolo dramma. Processo + partecipanti (attori + attanti) Gli attanti sono le entità che partecipano al processo.
Verbi Zerovalenti: nessun attante Esempio= “Piove” Verbi Monovalenti: 1 attante Esempio= “Paolo cammina” Verbi Bivalenti: 2 attanti Esempio= “Il ragazzo legge il libro” Verbi trivalenti: 3 attanti Esempio= “Luca ha offerto il caffè all’amica” Verbi tetravalenti: 4 attanti Esempio= “Luigi ha tradotto la versione dal greco al latino”
Definizione di Lessico: Insieme degli elementi che in un sistema linguistico danno significati. Di che natura è l’informazione lesbica e dove si trova? Si tratta di informazione che specifica per ogni parola la categoria lessicale o parte del discorso cui appartiene e il materiale sintattico con cui singole voci lessicali sono in relazione.
Definizione di Componente lessicale: un insieme di entrate lessicali (EL) Esempio:” Paolo parte” Vediamo le sue EL costituite da “Paolo” e “parte”.
Distinzione tra Verbo predicativi e Verbi non predicativi: Verbi predicativi= sono verbi che hanno più significati, il loro significato è incompleto e viene riempito in modo diverso dagli elementi con cui formano la frase. Questo rimanda al concetto di contestualità del significato. Verbi non predicativi= sono quelli della grammatica tradizionale, ovvero i predicati nominali.
Distinzione tra Argomento e ciò che non è Argomento (Aggiunto) : Aggiunto= elemento facoltativo che modifica il significato del verbo. Argomento= elemento obbligatorio che completa il significato del verbo.
Lessico Semantica e Pragmatica
Corso: Lessico e semantica (30102186)
Università: Università degli Studi Roma Tre
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