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Sintassi delle lingue del mondo

Corso

Lessico e semantica (30102186)

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Anno accademico: 2018/2019
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Università degli Studi Roma Tre

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Lessico semantica

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SINTASSI

Sintassi: studia l’organizzazione della frase, il modo in cui le parole si combinano dando luogo a una frase. Frase: insieme costituito da una predicazione e qualcosa di cui si predica, un predicato e un soggetto. Soggetto: - assente in quanto sottinteso “Ha piovuto molto” - forma vuota di significato/elemento fittizio (dummy subject), ma presente tramite una forma espletiva “It is snowing” - e/o tramite una forma Ø accompagnata dall’accordo di terza persona sul verbo “Nevica” Frase nominale: senza verbo copulativo Frase: insieme che ha senso compiuto, espressione autonoma. Frase semplice (un solo predicato): - dichiarativa “Luca è uscito” - interrogativa: di tipo sì/no “hai finito i compiti?” oppure di tipo k (chi, cosa, come) “Che cosa ha comprato Luigi?” - imperative “Esci da qui” - esclamative “Che bella giornata!” - in base alla polarità: affermative “Ho letto questo libro” o negative “Non ho letto questo libro” - in base alla diatesi (voce, forma del verbo): attive “La polizia ha arrestato Paolo” o passive “Paolo è stato arrestato dalla polizia” Frase complessa: ci sono più predicati o strutture predicative nella stessa frase, in rapporto di coordinazione (paratassi) “Paolo è uscito e è andato al cinema” o di subordinazione (ipotassi) “Luca ha detto che il professore è uscito”. Le frasi subordinate possono avere rapporti diversi con la principale: - completive: soggettive, con funzione di soggetto “E’ fastidioso [trovarsi in mezzo alla folla]” oppure oggettive, con funzione di oggetto “Paolo ha detto [che ci raggiungerà nel pomeriggio]” - completive oblique, funzione di complemento indiretto “Paolo ha avvertito i colleghi [che il professore è in ritardo]” - interrogative indirette “Paolo si chiede [chi è l’uomo col cappello]” - circostanziale: la subordinata può essere una frase non richiesta dal verbo della principale, ma che aggiunge informazioni; può essere temporale “Paolo è uscito [quando ha smesso di piovere]” o causale “Luca è tornato dalle vacanze [perché ha finito i soldi]” - relative: non costituiscono argomento della principale, hanno funzione attributiva, aggiungono informazioni a un nominale cui si riferiscono, che costituisce l’antecedente della relativa; sono introdotte da “che” o da pronome relativo come “il quale”, oppure relative libere, non precedute da un nominale, il loro antecedente è un sostantivo generico “la persona”, “la cosa” “La ragazza [che ha le scarpe con i tacchi] è Marianna”, “[Chi ruba] è un ladro” - esplicite: verbo di modo finito “Ho incontrato il portiere [che mi ha dato le chiavi]” - implicite: forme non finite del verbo “Ho promesso a Paolo [di raggiungerlo dopo]” Soggetto: entità che compie l’azione Predicato: ciò che si predica del soggetto Complemento oggetto: entità che subisce l’azione del verbo

Queste funzioni non definiscono in

modo univoco tutti i soggetti o i

complementi da cui è composta

una frase.

Il soggetto non sempre corrisponde all’entità che compie l’azione e l’oggetto non è sempre l’entità che subisce l’azione. Esistono i complementi obliqui (di termine, di argomento, di agente, di luogo). Le funzioni circostanziali/avverbiali aggiungo informazioni non necessarie per dare senso alla frase. I nominali che costituiscono soggetti e oggetti sono composti almeno da un sostantivo, che può essere accompagnato da un articolo o un dimostrativo, o da aggettivi, formando raggruppamenti nominali sempre più complessi. “Mario” “La cucina” “Questo libro” “La geografia astronomica” I nominali possono avere struttura interna, cioè essere costituiti da gruppi di parole! sintagma nominale (SN)

N è l’unico elemento obbligatorio per formare un SN, poi si possono aggiungere det o Agg. Un obliquo è un raggruppamento di parole in parte simile a SN: “Paolo ha regalato un libro”: a una ragazza

  • a Maria – a una amica romana. Questi obliqui hanno la stessa struttura interna die SN, ma sono introdotti da una preposizione P! sintagmi preposizionali (SP)

Frase minima: contiene almeno un SN e un verbo V

Frase con soggetto e oggetto: Sn seguito da un V e da un SN; mette sullo stesso piano il sintagma soggetto e oggetto non cogliendo la relazione di accordo tra il nominale soggetto e il verbo.

Il predicato può essere costituto da un solo V “Luca esce”; da un V e un SN oggetto “Luca ama Maria”; da un V, un SN e un SP “Luca scrive una cartolina a Maria”; da un V e un SP “Luca va a Parigi”; da un V e un Agg “Luca è felice”. Anche gli aggettivi possono avere materiale interno dando luogo a sintagmi aggettivali (SA) “Luigi è interessato alla geografia”, “Paolo conosce il ragazzo appassionato di fotografia”

Sintagma verbale: raggruppamenti cui il predicato dà luogo

  • Essere aggiunta alla F principale in quanto non richiesta dal V, costituendo una subordinata circostanziale “Paolo è uscito [quando ha smesso di piovere]”

La distinzione tra fenomeni di complementazione e aggiunzione è uno dei compiti importanti della sintassi, riguarda il rapporto tra sintassi e lessico. Il lessico è l’insieme delle voci lessicali/parole, ciascuna delle quali deve specificare se regge o meno un complemento. “La convinzione [che la terra è tonda] era condivisa dai greci” Deverbale complementatore (comp) (derivato da un verbo) congiunzione che introduce esclusivamente una F Il rapporto tra N e F è lo stesso che si avrebbe tra il verbo convincere e la subordinata. “I calcoli matematici avevano convinto i greci [che la terra è tonda]” La F subordinata introdotta dal COMP “che” è il complemento frasale retto dal N deverbale convinzione. “Paolo conosce la persona [che prenderà il suo posto]” “Luigi ha già incontrato l’amico [di Maria]” Tra N “persona” e la F subordinata, tra N “amico” e il SP c’è un rapporto di aggiunzione: la F e il SP modificano il nominale che precede aggiungendo informazioni che consentono di identificarlo. La differenza nei rapporti di complementazione/aggiunzione riguarda anche aggettivi e nominali all’interno di un SP.

a. “Luigi è interessato [alla geografia]/[a studiare la geografia]! SP/F subordinata retta dall’Agg

“interessato” b. “Maria è nervosa [nelle riunioni]/[quando partecipa alle riunioni]” c. “Il ragazzo gioca nel giardino [davanti alla banca]/[che è davanti alla banca]” b) e c) sono strutture frasali o SP che aggiungo informazioni non necessarie; se togliamo l’aggiunto, rimangono frasi di senso compiuto. Il linguaggio è fatto di F che contengono altre F o altro materiale, creando strutture sempre più complesse; alla F si applicano vari processi di incassamento, concatenazione o coordinazione. Strutture frasali del complemento del V: “Luca ha detto [che il prof è uscito]

F’ è il costituente che contiene COMP e F; F’! COMP F (questa regola dice che la F subordinata è introdotta dal COMP).

Una F subordinata può essere incassata anche all’interno di un SN o SA: “La mamma è consapevole che Luca ha perso la partita”

Dipendente dal verbo della principale, Costruita secondo le stesse regole della introdotta dal COMP “che” principale: F! SN SV

“La mamma ha la consapevolezza che Luca ha perso la partita”

F complesse dovute a rapporti di coordinazione: “[[Paolo è uscito] e [è andato al cinema]]” (dove le due strutture frasali F2 e F3 sono i costituenti fratelli di F1).

Ci sono diversi tipi di pronomi; distinguiamo le forme pronominali realizzate foneticamente da quelle non realizzate. a. “Paolo parte” “Paul left” b. “Lui parte” “He left” c. “Parte” “Left” d. Ø “Piove” “It is raining” Il soggetto in italiano può non essere realizzato in c), non è portato in superficie; in d) manca del tutto, c’è un verbo impersonale. In inglese il soggetto deve sempre essere realizzato come forma pronominale ( c) non è grammaticale). Questa è una distinzione tipologica solo a livello superficiale tra italiano e inglese, a livello sottostante il soggetto è sempre presente, realizzato foneticamente solo in inglese, forma vuota detta “PRO” in italiano. In italiano oltre a costituenti espliciti e forme pronominali foneticamente realizzate (a, b) ci sono costituenti nascosti di vario tipo: pronomi vuoti ma riempiti semanticamente come in c), o pronomi vuoti non riempiti semanticamente come pro esp/e in Ø “piove”. Pro esp è un pronome espletivo associato a tratti invariabili sul V che porta sempre un affisso di terza persona singolare. In inglese non si ha mai Pro, si hanno sempre pronomi tonici o forme pronominali piene nel caso corrispondente a “Lui parte” e una forma di soggetto fantoccio (dummy subject) data dal pronome neutro “It” nel caso di un verbo impersonale come “piove”-“it is raining”. Le lingue si dividono fra lingue a sogg nullo, pro-drop, e lingua a sogg non nullo, non-pro-drop. Questa differenza di comportamento è associata alla differenza di accordo tra lingue come l’italiano (accordo ricco: numerose distinzioni di persona e numero) e inglese (accordo debole: scarsa distinzione nelle forme della flessione verbale, limitate alla terza persona singolare del presente e ad alcune forme del verbo “be”). 1a. “Paolo ha deciso di partire” 2. “Paul decided to go” 1b. “paolo ha deciso che partirà” In 1a e 2 ci sono complementi frasali retti dai V nelle F principali, sono rese come strutture implicite: il soggetto della subordinata è coreferente con un elemento della principale, qui col suo soggetto. Il soggetto è costituito da una forma pronominale non realizzata foneticamente o forma vuota, diversa da pro. Pro: si ha quando c’è una struttura con V non finito e indica la presenza di un soggetto la cui referenza va cercata nel contesto della F principale. Per quanto riguarda le strutture infinitive non c’è differenza tra ita/ing, si ha sempre pro + infinito del V; nelle strutture esplicite si ha prof associato al V flesso in italiano, ma non in inglese.

Partiamo da una struttura di base, una struttura profonda, cui aggiungiamo info sul tipo di F: interrogativa [+int], dichiarativa [-int]. Questa info viene posta a livello astratto in F’ come contributo della regola di COMP: F’! COMP F COMP! {+-int] [+-K] - Se COMP è [-int][-k] è una dichiarativa - Se COMP è [+int][-k] è una interrogativa sì/no - Se COMP è [+int][+K] è una interrogativa-k - Se COMP è [-int][+K] è una interrogativa indiretta retta da una F principale “Paolo si chiede chi è l’uomo col cappello”

La posizione dell’oggetto, invece di essere cancellata, viene mantenuta come posizione lessicalmente vuota, ma riempita da una categoria che chiamiamo traccia (t); ci dice da quale posizione è partito il sintagma-k, indicazione obbligatoria per il principio di conservazione della struttura: una regola di movimento non può eliminare o aggiungere materiale alla struttura di base. Int sì/no: struttura di base come int-k, ma senza sintagma-k in posizione di ogg; i tratti [+int][-k] rimangono astratti, non danno luogo allo spostamento di ogg. La struttura superficiale di “Claudio ha scritto la lettera?” non differisce dalla sua struttura profonda. “Chi ha scritto la lettera?”: il sintagma k è il soggetto, “chi si sposta da posizione di soggetto all’interno di F’. “Quali scrittori hanno scritto questo libro?” SN K, parte dalla posizione di soggetto e poi si sposta in F’ per permettere l’interpretazione interrogativa; dà i tratti di ACR in Fless

L’oggetto si sposta in posizione di soggetto lasciando una traccia nella posizione di partenza di questo elemento. La lettera è stata scritta t. Struttura di base!struttura-p (profonda): strutture che interagiscono con altre operazioni, più interne o più in elazione con la struttura semantica o forma logica (FL). Struttura superficiale! struttura-s: più di superficie, più in relazione con la struttura o forma fonetica (FF). presentando categorie vuote (pro-e) e tracce non ci danno le sequenze fonetiche prodotte dai parlanti dell’italiano. Operazioni di movimento: regole transformazionali! regola muovi-α. Si applicano alla struttura-p e spostano i costituenti interessati al movimento lasciando tracce. L’abbiamo applicata ai sintagmi-k nelle interrogative e nelle passive. GGT: GRAMMATICA GENERATIVO-TRANSFORMAZIONALE Sintassi! regole di riscrittura o di SS che danno la struttura-p delle F Lessico! permette l’inserzione lessicale delle parole nei diagrammi ad albero A queste si applicano le regole di movimento, ottenendo le strutture-s, sulle quali operano regole che servono a interpretare le F semanticamente (FL) e foneticamente (FF).

lessico, regole SS e regola muovi-α producono come output strutture-p e strutture-s.

LESSICO REGOLE SS

STRUTTURE-P

MUOVI-α

STRUTTURE-S

FL FF

Paziente: entità su cui ricade l’azione del V “Luigi ha rotto LA FINESTRA” Tema: con i verbi di movimento, indica l’entità che subisce il movimento “Paolo ha spostato LA SEDIA”; oppure con verbi locativi, entità della quale viene asserito dove si trova “IL LIBRO è sul tavolo” Locativo: indica il luogo in cui si trova un’entità, complementi obliqui “Paolo ha messo IL LIBRO SUL TAV O l O ” In che modo questi ruoli semantici sono proiettati in sintassi? Selezione-c: “vedere” [ _ SN] / “regalare” [ _ SN SP] / “divisione” [ _ (SP) (SP)] / “appassionato” [ _ SP] Selezione-s: <esperiente, paziente> / <agente, paziente, beneficiario> / <agente, paziente> / <esperiente, paziente> A ogni argomento viene assegnato uno e un solo ruolo, ogni ruolo vien assegnato a un solo argomento. “Paolo regala” non va bene; “Paolo regala a Luisa un libro a Giovanni” non va bene. Referenzialità: meccanismi tramite cui le forme linguistiche vengono usate per recuperare o rimandare a entità della realtà linguistica/extralinguistica che ne costituiscono gli antecedenti; i pronomi rimandano a entità referenziali stabiliscono rapporti di antecedenza con i nominali cui si riferiscono.

La F contiene una struttura dell’informazione che ci permette di identificare ciò che è rilevante o informativo nel messaggio linguistico, codificando in modo diverso l’informazione data o presupposta; l’informazione è il vero scopo della comunicazione. Focus: info che il parlante assume con non condivisa con l’ascoltatore, informazione nuova o contrastiva. To p i c : l ’ i n f o n e l l a F c o n d i v i s a d a p a r l a n t e e a s c o l ta t o r e. Come si identificano queste funzioni pragmatiche nella F? “Piero ha investito un cane” 1) Cosa è successo?! focus esteso, non c’è topic 2) Cosa ha fatto Piero?! topic-focus, Piero è il topic, il resto è focus 3) Cosa ha investito Piero? Focus ristretto, solo l’oggetto, tutto il resto è topic 4) Chi ha investito un cane? Sogg focus ristretto 5) Piero ha investito un gatto? Focus ristretto, limitato al solo oggetto e contrastivo 4-5 non sono sintatticamente e pragmaticamente marcate. Principio di progressione dal dato al nuovo: l’info più indefinita, discontinua, nuova segue l’info più definita, continua, data. Dislocazioni a Sx: un costituente diverso dal sogg diventa il topic a sx, mentre il resto della frase costituisce l’info nuova. Il costituente spostato a sx viene ripreso con un pronome (facoltativo). “il libro, piero lo ha comprato” Tema sospeso: dislocazione a sx, la ripresa pronominale è obbligatoria. “Giorgio, ne hanno parlato bene” Anteposizione: un costituente viene spostato dalla sua posizione canonica per essere focalizzato; interpretazione contrastiva del focus; non può avere ripresa pronominale, solo un costituente può essere focalizzato. “Luisa piero ha incontrato al cinema” Frase scissa: enfatizza un particolare elemento della F in termini di contrasto, esplicito o implicito, con un elemento della stessa classe. >”è luisa che piero ha incontrato” Interrogativa son sintagma-k: la parte interrogativa viene anteposta, il sintagma k non può avere ripresa pronominale, solo un costituente può essere interrogato in posizione iniziale. “che cosa ha dato a suo fratello giorgio? Dislocazioni a dx: uno o più costituenti con funzione di topic viene spostato a dx, il resto della F che lo precede costituisce info nuova. È un ripensamento da parte del parlante. “l’ho portato io, il dolce”

Focalizzazioni a dx: il sogg della F che costituisce il focus viene posto in posizione post-verbale per enfatizzarlo. “ha telefonato giorgio alla polizia” Il modo in cui gli elementi di una F si raggruppano dando luogo a una serie di sintagmi base o rapporti gerarchici porta a definire in modo univoco le relazioni di soggetto e oggetto come SN con precise relazioni! ipotesi di dipendenza dalla struttura.

Topic: dislocazioni a sx, dislocazioni a dx, tema sospeso. “i materiali li trovi utili?” “non riesco a darmela da sola la conferma” “a maria gliel’ho dato il libro” Topic in situ: il soggetto è topicalizzato in posizione canonica in quanto elemento dato “Questo c’ha la fissa” Topic lessicalizzati: introdotti da “per quanto riguarda” Tema sospeso: “Le lingue in particola non c’ho un metodo particolare”

Focus: anteposizioni, frasi scisse, int-k

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Sintassi: studia l’organizzazione della frase, il modo in cui le parole si combinano dando luogo a una frase.
Frase: insieme costituito da una predicazione e qualcosa di cui si predica, un predicato e un soggetto.
Soggetto:
-assente in quanto sottinteso “Ha piovuto molto”
- forma vuota di significato/elemento fittizio (dummy subject), ma presente tramite una forma
espletiva “It is snowing”
- e/o tramite una forma Ø accompagnata dall’accordo di terza persona sul verbo “Nevica”
Frase nominale: senza verbo copulativo
Frase: insieme che ha senso compiuto, espressione autonoma.
Frase semplice (un solo predicato):
-dichiarativa “Luca è uscito”
- interrogativa: di tipo sì/no “hai finito i compiti?” oppure di tipo k (chi, cosa, come) “Che cosa ha
comprato Luigi?”
-imperative “Esci da qui”
- esclamative “Che bella giornata!”
- in base alla polarità: affermative “Ho letto questo libro” o negative “Non ho letto questo libro”
-in base alla diatesi (voce, forma del verbo): attive “La polizia ha arrestato Paolo” o passive “Paolo
è stato arrestato dalla polizia”
Frase complessa: ci sono più predicati o strutture predicative nella stessa frase, in rapporto di
coordinazione (paratassi) “Paolo è uscito e è andato al cinema” o di subordinazione (ipotassi) “Luca ha
detto che il professore è uscito”.
Le frasi subordinate possono avere rapporti diversi con la principale:
- completive: soggettive, con funzione di soggetto “E’ fastidioso [trovarsi in mezzo alla folla]”
oppure oggettive, con funzione di oggetto “Paolo ha detto [che ci raggiungerà nel pomeriggio]”
- completive oblique, funzione di complemento indiretto “Paolo ha avvertito i colleghi [che il
professore è in ritardo]”
- interrogative indirette “Paolo si chiede [chi è l’uomo col cappello]”
-circostanziale: la subordinata può essere una frase non richiesta dal verbo della principale, ma
che aggiunge informazioni; può essere temporale “Paolo è uscito [quando ha smesso di piovere]” o
causale “Luca è tornato dalle vacanze [perché ha finito i soldi]”
- relative: non costituiscono argomento della principale, hanno funzione attributiva, aggiungono
informazioni a un nominale cui si riferiscono, che costituisce l’antecedente della relativa; sono
introdotte da “che” o da pronome relativo come “il quale”, oppure relative libere, non precedute
da un nominale, il loro antecedente è un sostantivo generico “la persona”, “la cosa” “La ragazza
[che ha le scarpe con i tacchi] è Marianna”, “[Chi ruba] è un ladro”
-esplicite: verbo di modo finito “Ho incontrato il portiere [che mi ha dato le chiavi]”
- implicite: forme non finite del verbo “Ho promesso a Paolo [di raggiungerlo dopo]”
Soggetto: entità che compie l’azione
Predicato: ciò che si predica del soggetto
Complemento oggetto: entità che subisce l’azione del verbo
Queste funzioni non definiscono in
modo univoco tutti i soggetti o i
complementi da cui è composta
una frase.