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Exam 7 August 2018, questions
Course: Informatica (243424)
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University: Universiteti POLIS
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La musica profana del medioevo
Unità didattica di Educazione Musicale – classe seconda
Obiettivi del nostro lavoro
• Conoscere le caratteristiche della musica profana del medioevo
• Comprendere l’importanza che essa ha avuto nello sviluppo della musica occidentale
• Conoscere alcuni musicisti che hanno contrassegnato questo periodo storico
• Conoscere gli strumenti musicali che venivano utilizzati nel medioevo
La musica profana del medioevo
La musica è sempre stata presente in tutte le attività
dell’uomo. Feste, banchetti, spettacoli teatrali, cerimonie
profane o sacre, preghiere, danze, sono sempre state
accompagnate dal canto e dal suono degli strumenti
musicali.
Nei primi secoli del medioevo artisti ambulanti giravano
nelle piazze dei paesi per offrire alla gente del luogo i loro
spettacoli. Questi artisti, chiamati “ giullari” o
“ m enest r elli” , erano ben accolti anche nei castelli dove
venivano invitati per allietare le feste di corte. Erano
cantori, abili suonatori, danzatori, acrobati e buffoni.
Spesso provenivano da luoghi lontani ed erano a
conoscenza di avvenimenti che potevano suscitare
curiosità ed interesse. In un mondo privo ancora di mezzi
di informazione essi costituivano un’insostituibile fonte di
notizie e, in un certo senso, anche di cultura.
Per le loro musiche utilizzavano vari tipi di strumenti musicali, molti dei quali sono gli antenati degli
strumenti attuali.
Fino all’anno Mille la musica profana (cioè la musica non destinata alle cerimonie religiose) era per lo
più affidata a questi artisti vagabondi.
Le loro canzoni erano basate su semplici melodie ripetute e narravano storie di eroi e condottieri:
• Carlo Magno e i suoi paladini contro gli infedeli Saraceni
• Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda
• Le spedizioni dei Crociati in Terra Santa
Le melodie di queste canzoni erano spesso improvvisate sul momento, quindi nessuno si
preoccupava di scriverle. Per questo motivo esse non sono giunte fino a noi.
I trovatori
Attorno all’anno Mille si assiste ad un generale risveglio di civiltà. La vita esce dal mondo chiuso del
feudo e anima le città che diventano centri di produzioni e di commercio. L’arte e la cultura trovano
nuove vie di sviluppo.
Nella Francia del Sud (in Provenza) a partire dal XII secolo nasce una nuova figura di poeta-
musicista: il t rovat ore. I trovatori erano per lo più di origine nobile e amavano dilettarsi nella poesia
e nella musica componendo versi e a volte anche la melodia sulla quale cantarli.
Essi frequentavano le corti aristocratiche dedicando la loro arte soprattutto alle signore. Alla nobile
dama il trovatore si dichiarava fedele servo: l’amore devoto e un po’astratto era infatti l’argomento
principale delle sue canzoni.
Egli si esprimeva nella lingua d’Oc, una lingua romanza (derivata dal latino) ancora oggi in uso
presso le popolazioni occitane.
I menestrelli andavano narrando per contrade e
villaggi storie leggendarie, evocando con il
canto un mondo favoloso caro alla fantasia
popolare.